MOVIMENTO I – Genesi dall’acqua

Alice Ferretti, in queste sue due composizioni, si concentra sulla nascita della vita come declinata secondo l’Edda poetica, proponendo una lettura personale e un suo disegno inedito. Il testo è stato sviluppato nell’ottica del corso Scritture delle origini I. I miti e la scienza, Letterature comparate B, mod. 1-2, prof.ssa Chiara Lombardi.

Riprendendo la parte in versetti e alcune versioni dell’origine riportate dagli Asi, tento di riscrivere del passaggio dal caos alla vita. Come fa l’Edda riconduco il principio vitale all’incontro tra gelo e calore, e in particolare all’acqua che, trasmutando prima in vapore e poi in brina, dà forma alla prima figura d’uomo, nel testo semplicemente un corpo, e tornando acqua sotto forma di sudore origina l’uomo (versione di Har, capitolo 5). Scelgo l’acqua non solo perché elemento centrale alla narrazione delle origini norrena, ma anche per il suo fluire e mutare di stato che certo può essere associato alla metamorfosi. La forma scelta per la riscrittura è quella di una prosa liricizzata, che permetta con le assonanze di ricostruire il fluire e mutare dell’acqua, non lento ma agitato e turbato affinché trasmetta la sensazione di angoscia che pensare al caos mi porta, e in rimando a quella malvagità che i norreni attribuivano intrinsecamente a ogni cosa.

*

Nulla che grida al vuoto,

il tempo remoto che rinnega i pensieri[mf1] ,

il caos di cosa non è

– né sabbia né mare né onde –

e ha spazio ma nessun luogo.

Una voragine immensa che squarta, violenta,

scartavetra una terra e una volta del cielo che non ci sono.

Non cresce ancora l’erba.

Io che fluisco lontana, come schiuma velenosa[mf2] 

che indurisce e diventa ghiaccio

e, quando ghiaccio mi faccio,

mi disperdo in vapore di brina, e ricompro ogni cosa.

È innumerevoli inverni prima che la terra sia creata,

ma nel nulla c’è odore di primavera[mf3].

Trasudo forte [mf4] questo gelo vitale che crea il passato che non so,

perché sono un eterno presente, dove non ci sono ieri

ma solo spazi già inondati e quelli da coprire.

Ed il domani è un verbo[mf5]  contro cui andare

e che mi sale da una vita,

su e giu, giu e su,

fino a spingermi lontano,

lassù[mf6].

Mi sento andare a fuoco,

le molecole rientrare,

gli atomi sfrigolare.

Le arie calde che premono sulle gocce,

la mia massa trasmutare.

Colui che invia questo calore ha una parola solida, letale[mf7] .

“Smettila”

Lascia che il caldo [mf8] mi scivoli addosso,

che le gocce scorrano piano.

Vorrei riassorbirle; cancellarci in una: eliminiamo le tracce di questo smarrimento momentaneo.[mf9] 

“Lasciaci andare”

Ci allontaniamo e ci attraiamo.[mf10] 

Mi aggrego e sono nato.

E, solo, regno dormiente in questa sala profonda,

senza né volta né pavimenti.

E mi agito.

E ci agitiamo.

Ci attraiamo e ci allontaniamo.

“Lasciaci andare”.

Siamo acqua che è confusione: non ci capisco più niente.

Gocce di sudore che confondono i contorni di questo corpo.[mf11] 

Li mischiano, li sbavano, indeboliscono.

Acqua che è movimento, che è terrore, è panico,

aiutami, aiutami,

dimmi che non c’è niente da temere,

perché va tutto bene, perché ci siamo immaginati ogni cosa, e se non è così

dimmi che è tutto a posto,

perché siamo un tutt’uno, perché non siamo cambiati,

e se siamo cambiati non importa,

perché siamo io e te

assieme.[mf12] 

Acqua che si asciuga e ci forma.

Siamo l’uomo e la donna.


[mf1]Il pensiero è associato agli esseri viventi, e siamo in un passato dove non c’è vita.

[mf2]La coppia è ripresa direttamente dalla traduzione dell’Edda di riferimento.

[mf3]La primavera rappresenta la vita che nasce.

[mf4]Ripresa di “respiro forte”, associabile a un momento di concentrazione prima di un’azione particolare, e rielaborato sul tema dell’acqua e del liquido: un dare che è generare; lo scorrere del sudore; il mutare della fatica in liquido…

[mf5]Qui per ‘ordine’: l’acqua va letteralmente incontro al domani, rappresentazione dei luoghi davanti a lei; allo stesso tempo è prigioniera di un corso tracciato, un fato a cui nel tentativo di opporsi finisce per sottostare “su e giù…. lassù”(ripresa della concezione greca, sull’esempio del mito edipico). 

[mf6]La creazione è legata generalmente a una divinita celeste.

[mf7]La frase si apre con “Colui che invia questo calore”, ripresa pari dalla traduzione dell’Edda di riferimento. L’associazione di questa identità, indefinita ma certa, a “parola” è un rimando ai testi biblici, dove la parola è emanazione del potere divino, qui “letale” perché appartenente a colui che ha potere sulla vita e sulla morte, ma allo stesso tempo designata solo nella sua componente negativa per un’associazione degli opposti: il gelo vitale (v.14) opposto al calore letale. 

[mf8]Come in Blake, il principio vitale e l’evoluzione vengono dagli opposti: il caldo scioglie il ghiaccio, e permette alle gocce di assumere nuova forma.

[mf9]Il cambio continuo tra prima persona plurale e prima persona singolare, e viceversa, fa riferimento alla natura particellare dell’acqua e dei corpi.

[mf10]Movimento degli atomi al variare della temperatura.

[mf11]Una variante significativa dalla prima stesura “confondono i contorni di questo abbraccio”: gli atomi si legano gli uni agli altri per formare la materia (corpo).

[mf12]La forma è stata preferita ad “insieme” perché la s mima il rumore dell’acqua, e l’assimilazione consonantica trasmette un idea di coppia e di indivisibile.

Un commento su “MOVIMENTO I – Genesi dall’acqua”

  1. Ho ascoltato questa poesia non conoscendo nulla del pregresso. Le immagini suscitate rimandano a vari scenari:
    la nascita dell’universo
    la nascita della vita umana
    al vuoto micropsicanalitico e al concetto di tentativo

    Trovo la poesia fortemente suggestiva ex emozionante
    Complimenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.