Via Roma sotterranea

Citato in
Azoto, SP, I: 994

Passo
[…] proprio in quei giorni, nella galleria della Metropolitana (che esiste a Torino da quarant’anni, mentre la Metropolitana non esiste ancora) era stata inaugurata una mostra di serpenti. Perché non andare a vedere? I serpenti sono una razza pulita, non hanno piume né pidocchi e non razzolano fra la polvere; poi, un pitone è ben più grosso di una gallina. Forse i loro escrementi, al 90 per cento di acido urico, si potevano ottenere in abbondanza, in pezzatura non troppo minuta e in condizioni di purezza ragionevole.

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Il mestiere di chimico di Levi, lo sappiamo, fu tutt’altro che un lavoro da ufficio, piatto e noioso, specie nella prima parte della sua carriera professionale: furono molte le avventure che dovette compiere quando era un giovane diplomato che cercava un lavoro stabile per poter mantenere se stesso e sua moglie. L’estratto risale infatti agli anni del laboratorio creato in via Massena con l’Emilio del Sistema periodico (alias letterario del grande amico Alberto Salmoni) e, come molti dei racconti presenti in questa raccolta, testimonia anche il mestiere di chimico non fu per Levi una grigia occupazione statica, quanto più un lavoro itinerante e dinamico.

Specialmente in Azoto, il testo qui citato: per soddisfare il desiderio di un cliente che si era presentato richiedendo niente più che una consulenza, il giovane chimico Levi viene incaricato di risolvere un mistero: perché il rossetto prodotto dal cliente di cui si parla in questo racconto non funziona come dovrebbe, e produce scempi estetici invece di imbellettare le signore che lo usano? Questa è la mansione che viene affidata alla ditta Levi-Salmoni.

Armato di pazienza e dei fondamentali ferri del mestiere che poteva reperire nel laboratorio, Levi analizza la ricetta chimica del rossetto e scopre che per migliorarlo serve assolutamente l’allosana. Il suo cliente, estasiato, gliene commissiona una grande quantità, che si dice disposto a pagare anche a caro prezzo; vista la difficoltà del periodo e la lentezza della ripresa nel Dopoguerra, l’opportunità non può essere lasciata andar persa. Ma dove trovarla? Soltanto dopo un pellegrinaggio fondamentale alla biblioteca della Facoltà di Chimica e una ricerca forsennata nei pollai dei contadini dell’area campagnola subito fuori da Torino centro, Levi si rende conto di poter trovare il composto nello sterco dei serpenti (oltre che in quello del pollame).

Per combinazione, era stata inaugurata proprio in quei giorni una mostra di rettili (organizzata da Angelo Lombardi, che qualche anno più tardi sarebbe divenuto un celebre divulgatore televisivo del mondo animale) proprio nello scavo che il Comune di Torino aveva iniziato per creare le gallerie della metropolitana. Nelle immense sale di quello che oggi è divenuto un parcheggio sotterraneo, innumerevoli teche riempite di rettili erano in quei giorni uno degli oggetti di osservazione più gettonati tra i torinesi. Anche in questo caso possiamo vedere come nel Sistema Periodico sia stata inoculata una memoria geocritica, che ci permette oggi di scoprire il volto della città per come la conobbe (e conosceva) Levi. Torino aveva un volto profondamente diverso rispetto a quello odierno, di cui noi oggi possiamo osservare soltanto le vestigia, eventualmente ricostruendo e interpellando i frammenti memoriali che il chimico-scrittore ha lasciato nella sua opera.

Spiega bene Levi: quegli scavi erano stati iniziati quarant’anni prima (negli anni Trenta, poiché il volume è scritto negli anni Settanta, pur raccontando una storia risalente alla fine degli anni Quaranta) al fine di far transitare una metropolitana sul modello delle principali grandi capitali europee. Il luogo prescelto sarebbe stato proprio il centralissimo spazio di terreno sotto via Roma, che a più riprese venne trivellato, svuotato e puntellato per creare gli spazi che avrebbero aperto ancora di più la città alla modernità. Ma gli scavi vennero realizzati solo in parte e furono sospesi: il capoluogo torinese dovrà aspettare fino al nuovo millennio per vedere realizzata effettivamente le due linee della metropolitana che oggi percorrono l’underground e che così tanti utenti utilizzano ogni giorno; all’epoca, invece, i locali sotto via Roma rimasero vuoti e furono utilizzati come spazio espositivo (come testimoniano le parole di Levi), finché, collegandosi con altri scavi adiacenti, non divennero gli odierni parcheggi sotterranei.

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