Archivi categoria: universal

Il blog in breve

Il blog è diviso in cinque sezioni:

  • RISCRITTURE: pensato per la pubblicazione e la divulgazione dei lavori di riscrittura composti dagli studenti all’interno dei seminari di affiancamento ai corsi triennali; la sezione ospita al suo interno una rubrica dedicata alle riscritture di gruppo e alle pièces teatrali prodotte nel corso del seminario Riscrittura e drammatizzazione dei testi che si svolge parallelamente al corso di Letterature comparate del Dipartimento di Studi Umanistici di UniTo.
  • LETTURE: ospita recensioni di opere letterarie e brevi interventi di approfondimento d’impostazione critica; la sezione ospita al suo interno la rubrica Segnali/Excerpta dedicata alla divulgazione e alla recensione di recenti saggi di critica usciti nel corso dell’anno.
  • ARTI: ospita recensioni e articoli di approfondimento di mostre, spettacoli, performances e progetti multimediali offerti nella città di Torino e dintorni, per avvicinare le studentesse e gli studenti di Unito e tutta la cittadinanza alle offerte culturali del territorio. La sezione è divisa nelle due rubriche Teatro, Danza, Performances e Mostre, Exhibitions, Curatele
  • NEWS: ospita notizie e aggiornamenti relativi a call for papers e convegni di ambito critico, letterario e comparatistico in Italia e all’estero; la sezione ospita anche una rubrica dedicata agli aggiornamenti sul dottorato in Lettere presso l’ateneo torinese e altri atenei italiani ed esteri.
  • PROGETTI: ospita quattro pagine dedicate a progetti creativi, scientifici e di divulgazione nati intorno alla materia di Letterature comparate. La Torino di Primo Levi è un progetto pensato e realizzato dal dottor Mattia Cravero per condividere online una mappa letteraria e interattiva della Torino di Primo Levi; Diari d’Erasmus è una rubrica che ospita resoconti diaristici delle esperienze Erasmus degli studenti del Dipartimento di Studi Umanistici di UniTo; Foyer Shakespeare è un ciclo di incontri dedicato all’opera di Shakespeare, alla sua interpretazione e messa in scena che si svolge nel corso dell’anno accademico nell’ambito del progetto didattico “Nothing like the Sun – Leggere, tradurre, insegnare e rappresentare Shakespeare in Italia”; Call for Short Narrative & Poetry è una rubrica dedicata alla scrittura creativa che offre alle studentesse, agli studenti e a tutta la cittadinanza la possibilità di cimentarsi con la scrittura e con la produzione letteraria

“Caro amico, “S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?”

Carola mauri, in questa composizione, propone la riscrittura di due sonetti di Francesco Petrarca inseriti all’interno di una lettera indirizzata a un amico del poeta, nell’ottica del corso di Letterature comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

“S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?”. Mi chiedo, infatti, cosa sia questo sentimento che mi pervade se non è amore. Sento un fuoco che mi brucia dentro, una passione che mi spinge verso qualcuno, ma non so se posso chiamarlo davvero amore. E se non è amore, cos’altro potrebbe essere?”

*

Caro amico,

ti scrivo questa lettera con il cuore carico di emozioni complesse e pensieri intricati. Non so se chiamare tutto questo amore, o una strana mescolanza di sentimenti, ma mi sento come se stessi camminando su un terreno incerto. Ho bisogno del tuo consiglio e del tuo aiuto per capire cosa mi sta accadendo, perché solo un amico di grande saggezza e comprensione come te può guidarmi attraverso questa nebbia emotiva.

C’è una domanda che mi perseguita: se non è amore quello che sento, allora cos’è? È come se fossi avvolto in una fitta nebbia di dubbi, e non riesco a distinguere con chiarezza il sentimento che mi tiene prigioniero. La sensazione che provo è intensa e, in alcuni momenti, mi appare quasi divina. Ma in altri momenti, mi sento sconfitto, come se stessi cadendo in un abisso senza fondo.

Mi trovo spesso a fare congetture sulla natura dell’amore. È un dono che ci eleva al di sopra della nostra esistenza quotidiana, oppure è una forza distruttiva che ci rende schiavi del desiderio e della sofferenza? Talvolta mi sembra di vivere in un sogno pieno di dolcezza, mentre altre volte mi sento come se fossi in preda a un incubo che non riesco a svegliare. Vorrei sapere da te, che hai sempre avuto una visione più chiara del mondo, se queste sensazioni sono normali.

Il mio cuore è diviso tra l’esaltazione e il dolore, tra la speranza e la disperazione. La persona che ha scatenato tutto questo in me appare come un angelo di luce e, allo stesso tempo, come una fonte di tormento. Mi chiedo se sto idealizzando qualcosa che non esiste, o se questo è davvero l’amore nella sua forma più pura e cruda. Come faccio a sapere se sono sulla strada giusta o se sto solo seguendo un’illusione?

Continua la lettura di “Caro amico, “S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?”

La Tecnica della Mummia

“Rideva troppo e questo lo distraeva dall’occuparsi dei suoi pappagalli”

Sabato 2 marzo, al Teatro Sant’Anna di Torino, c’è stata la prima de “La tecnica della mummia”, vincitore del Premio Scintille 2023 della compagnia pugliese Amaranta Indoors.

Si tratta di una rilettura interessante e per volta eccentrica dell’omonima opera del e drammaturgo inglese della prima metà del ‘900 John Mortimer, che si avvicina, sia per la rappresentazione che per la scelta del testo, al teatro dell’assurdo.
La storia inizia in una cella dove è rinchiuso Fowle, colpevole di aver ucciso la moglie perché “rideva troppo e questo lo distraeva dall’occuparsi dei suoi pappagalli”. A Fowle viene assegnato (o meglio sceglie lui casualmente) il difensore d’ufficio, Morgenhall, avvocato fallito al quale non viene mai assegnata una causa nonostante il suo grande impegno. Morgenhall vede in questo caso la sua svolta, ma subito si presenta come una missione impossibile: Fowle è deciso a dichiararsi colpevole e a passare il resto della sua vita in prigione dove gli è consentito non fare nulla, coronando così il suo sogno d’ozio.

Continua la lettura di La Tecnica della Mummia

Cecità

Una recensione di Anna Lanfranconi dello spettacolo “Cecità” debuttato al Teatro Astra di Torino, il 24 novembre 2023

Quanta importanza diamo alla nostra vista?

Quanta importanza diamo alla nostra vista? Vedere è naturale come respirare, ma cosa accadrebbe se un giorno diventassimo tutti ciechi? Questo si chiede lo scrittore e premio Nobel per la Letteratura José Saramago nel suo libro Cecità. In un mondo colpito da un’improvvisa e inspiegabile epidemia che fa perdere la vista, la società crolla e l’uomo deve reimparare a vivere e a relazionarsi con gli altri.

Virginio Siene trae liberamente ispirazione da questo libro nel suo omonimo spettacolo Cecità, debuttato al Teatro Astra di Torino il 24 novembre 2023. Lo spettacolo non vuole soltanto rappresentarne la storia, ma dare una sua lettura di un mondo improvvisamente cieco, secondo il concetto per cui “non si vede solo con gli occhi”.

Continua la lettura di Cecità

La mia tempesta interiore

Giulia Berto, in questa sua composizione, attraverso i ricordi, i pensieri ed i sentimenti del protagonista, entra e scava nelle profondità di una storia d’amore che viene interrotta da una morte inaspettata, nell’ottica del corso di Letterature comparate B, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

In questa riscrittura sono stati trattati alcuni dei temi che caratterizzano Petrarca e Shakespeare, le emozioni che coinvolgono il protagonista sono in parte le stesse provate da Petrarca, sia l’innamoramento che il dissidio interiore. Per quanto riguarda Shakespeare, il protagonista per via dei suoi comportamenti, si riconosce, sul finale, in uno dei personaggi dell’Amleto.

*

Sono stanco, le gambe mi tremano e la testa pulsa sempre di più come se qualcuno mi stesse comprimendo le tempie, come se qualcuno stesse piantando un chiodo dopo l’altro per fissare migliaia di quadri nella mia testa. Ma a cosa servono i quadri? Inutili accessori costosi per arredare delle inutili pareti. E poi? Cosa succede quando sei stufo e li vuoi togliere o spostare? Ti lasciano un segno, una bella macchia geometrica sul muro, chi non l’ha mai desiderata? Ecco, forse avrò molte macchie da oggi in poi sulle mie pareti, nulla che della vernice non possa rimuovere…quelle che invece ha lasciato dentro di me, non hanno bisogno di vernice. Cosa posso fare per cancellare queste tracce? Non lo so, temo che dovrò occuparmi prima di quelle in casa e poi mi occuperò di me.

Sento gli occhi pizzicare, sarà la luce che filtra dai vetri colorati della chiesa, così forte che mi sta scivolando una lacrima calda sulla guancia. Questa mattina sarei dovuto rimanere nel letto, dormire fino a mezzogiorno, saltare la colazione e…

Continua la lettura di La mia tempesta interiore