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❧ Segnale 1

“Sarà chiaro, a questo punto che Levi ricorre al mito come risorsa retorica della sua narrazione: lo riporta, nei casi che abbiamo analizzato, come una citazione tramite similitudine o metafora resa pressoché ovvia o quasi agli occhi del lettore, ma tenuta comunque a latere del discorso. In Se questo è un uomo in particolare c’è un contesto citazionale del mito classico in cui vengono disposti richiami iconici e icastici, diretti ma allo stesso tempo silenti, che puntellano l’opera. Sono fugaci rimandi classici fittamente intessuti nella trama dell’opera e fondamentali per la sua comprensione; solo il lettore può coglierne il mistero e tentare di scioglierlo, attivando il dispositivo intertestuale che fa luce sul vero significato di ciò che le parole di Levi vogliono dire”.

da Non ci sono demoni. Primo Levi, il Doktor Pannwitz e due figure mitiche di Mattia Cravero, Mimesis, Milano, 2021, pp. 85, p. 51.

«Mal si tra’ per cerbottana torta»

Deformazione del corpo e formazione del pensiero nella rappresentazione del lavoro pesante, a partire da un sonetto di Michelangelo

di Francesco Scibetta

I’ ho già fatto un gozzo in questo stento,
coma fa l’acqua a’ gatti in Lombardia
o ver d’altro paese che si sia,
c’a forza ’l ventre appicca sotto ’l mento.

  La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e ’l petto fo d’arpia,
e ’l pennel sopra ’l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento.

  E’ lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e’ passi senza gli occhi muovo invano.

  Dinanzi mi s’allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com’arco sorïano.

            Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra’ per cerbottana torta.

            La mia pittura morta
difendi orma’, Giovanni, e ’l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.

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«Distruggersi / perché è il solo modo di sopravvivere»

Negazione del mito e suo rinnovamento in due riscritture postmoderne dell’Amleto di Shakespeare

di Francesco Scibetta

Noi siamo immagini non bene realizzate.
Crediamo soltanto nei fenomeni soprannaturali,
cioè nel teatro, che è un’esistenza più vera
della vita quotidiana. Al presente crediamo tanto poco
da viverlo anni e anni in una continua impazienza

E. Flaiano, Lettera a un drammaturgo, in La compagnia delle Indie

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Nel presente articolo, Sofia Ranca (Università degli Studi di Torino) analizza e indaga la scrittura del sé nell’opera del premio Nobel Jean-Marie Gustave Le Clézio

(Settembre 2023)

Davanti allo specchio tropo bianco della pagina vuota

Davanti allo specchio troppo bianco della pagina vuota, sotto il paralume che diffonde una luce segreta
(Jean-Marie Gustave Le Clézio)

Introduzione

Il Dio della Bibbia è un Dio che parla, un Dio che incarna la parola. L’incipit del vangelo di Giovanni lo sottolinea con forza quando afferma che «in principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio»[1]. La legge del Dio giudaico è infatti la Legge della Parola che illumina il caos originario dell’indifferenziato, e dona vita al creato:

Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu[2].

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«Un itinerario lunghissimo, imprevedibile e assurdo»: una lettura cosmogonica de La tregua di P. Levi

Lezione del dott. Mattia Cravero (Università degli Studi di Torino) nell’ottica del corso Scritture delle origini. II. Dal Rinascimento a Leopardi, Letterature Comparate B, mod. 2, prof.ssa Chiara Lombardi.

La presentazione in .pdf è disponibile qui; per il video in differita è possibile utilizzare Webex o YouTube.

Corso di Laurea in Culture e Letterature del Mondo Moderno
Dipartimento di Studi Umanistici
Università degli Studi di Torino

Mattia Cravero (mattia.cravero@unito.it) è dottorando in Comparatistica (XXXIV° ciclo) presso l’Università degli Studi di Torino. Nel suo progetto di ricerca analizza i miti delle origini (letterari, biblici, scientifici e fantascientifici) presenti nell’opera di Primo Levi, a cui ha dedicato diversi saggi (tra cui «Acqua per cancellare / Acqua feroce sogno / Acqua impossibile per rifarsi mondo»: Primo Levi e tre casi di intertestualità, «Status Quaestionis», 2018; «Nel mondo delle cose che mutano»: racconto metaforico e mito metamorfico tra Ovidio e Primo Levi, in Innesti. Primo Levi e i libri altrui, a cura di R. Gordon e G. Cinelli, Peter Lang, Berna, 2020). Partecipa attivamente ai convegni universitari come organizzatore e come relatore; è membro della redazione e revisore in doppio cieco per «CoSMo». Oltre all’opera di Levi, si interessa di ricezione moderna e contemporanea del classico e di riscritture (Contro la guerra. L’Iliade riscritta da noi, con C. Lombardi, Mimesis-AlboVersorio, 2017).

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