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Dialogo di un giovane e di una falena

Filippo Pittavino immagina un dialogo romanzato tra il Fair Youth e Francesco Petrarca, in forma di falena, ispirato ai sonetti di Shakespeare e Petrarca, nell’ottica del corso di Letterature comparate B, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

Un poeta scrive per la persona amata o solo per se stesso? Una domanda semplice, ma con risvolti sconcertanti. A farsi un esame di coscienza su cosa significhi essere dedicatario di una poesia d’amore e cosa significhi esserne lo scrittore sono due figure d’eccezione: il Fair Youth, le cui lodi tesseva il Bardo dell’Avon, e Petrarca stesso, qui nelle vesti di una falena, allegoria usata dallo stesso poeta per definire la sua spasmodica, ma fallace, ricerca della luce.

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Il ghiaccio

Giorgia Bruno, in questo suo racconto, tratta di un giovane Amleto moderno innamorato e stregato che vive in prima persona una delle più tragiche storie cantate dal grande Fabrizio de Andrè, nell’ambito del corso di Letterature comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi). 

PREMESSA

Il racconto ha come intento quello di fondere le trame dei sonetti di Petrarca, dell’Amleto di Shakespeare e, infine, della Ballata dell’amore cieco di Fabrizio de André. Verranno riprese, in questa narrazione, alcune descrizioni tipicamente stilnovistiche della donna-angelo, gli eventi tragici raccontati dal cantautore italiano nella celebre canzone del 1966, e verrà riportato in luce lo sfondo psicologico di un figlio, affranto dalla perdita del padre, che si ritrova, da molto giovane, a dover affrontare una madre che al tempo stesso ama e odia. Il titolo non solo fa un chiaro riferimento al contesto invernale in cui si sviluppa il racconto, ma metaforicamente indica anche la freddezza con cui viene trattato e manipolato il protagonista. Sotto ad un affascinante lago ghiacciato possono nascondersi dei mostri, esattamente come dietro ad una fanciulla dai tratti paradisiaci, può celarsi una natura maligna e subdola.

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Cieco sentimento

In questa composizione, Ambra Ceraldi racconta la storia d’amore tra Pierre de Ronsard e Cassandra Salviati, nata tra gli scaffali di una libreria di Blois di metà XX secolo, nell’ottica del corso di Letterature Comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

Attraverso questa riscrittura ho avuto la possibilità di riscrivere il destino della coppia formata da Pierre de Ronsard e Cassandra Salviati: e se il rifiuto della donna derivasse da un’oscura profezia che minaccia la serenità dei due?

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PREMESSA

Il racconto descrive il primo incontro tra Pierre de Ronsard e Cassandre Salviati, avvenuto nel XX secolo in una libreria di Blois. La donna, però, non è solo oggetto dell’amore del poeta francese, ma mantiene anche le caratteristiche di un noto personaggio mitologico: la profetessa Cassandra, della quale narrano Omero e Virgilio. Il rifiuto di Cassandre nei confronti di De Ronsard è qui legato ad un’oscura profezia che riprende la tragica storia di Edipo Re.

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Vagava distratto tra le vie di Blois. Come ogni domenica pomeriggio, Pierre assaporava il suo pain au chocolat ancora caldo mentre pensava agli impegni della settimana successiva: documenti da catalogare, parenti a cui far visita, visite mediche che dovevano essere prenotate mesi in anticipo… programmava in maniera puntuale ogni singolo impegno mantenendo lo sguardo fisso di fronte a sé. Tutto, nella sua vita, era pianificato nei minimi dettagli, proprio come la passeggiata lungo Rue Anne de Bretagne che, da anni, rappresentava il momento conclusivo della sua settimana. Visitava il museo di Storia Naturale, lasciava qualche moneta al primo senzatetto che incontrava lungo il cammino e, infine, cercava classici che potessero arricchire la sua collezione nella libreria di Rue Saint-Lubin; era abituato a sfogliare solo le pagine dei volumi già in suo possesso per mantenere il brivido della sorpresa di quelli che, di lì a poco, avrebbe acquistato e poi letto sulla sua comoda poltrona.

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Pagliaccio non son

Carlotta Petruccioli dopo essersi laureata al Conservatorio di Torino, aver fatto parte del Coro di Voci Bianche del Teatro Regio di Torino per più di dieci anni e aver partecipato a centinaia di rappresentazioni ha sviluppato una grande passione, al limite dell’ossessione, in realtà, per l’opera lirica e per la musica in generale. Avendo la possibilità di rileggere a fondo l’Hamlet di Shakespeare e di stenderne una riscrittura, non ha resistito e ha scelto di coniugare le sue due passioni (quella musicale e quella letteraria) in quella che vuole essere una nuova interpretazione della tragedia shakespeariana alla luce dell’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.

Il lavoro è stato presentato nell’ambito del corso di Letterature Comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

“Recitar! Mentre preso dal delirio| non so più quel che dico e quel che faccio!| Eppur è d’uopo…sforzati!| Bah! sei tu forse un uom?| Tu se’ Pagliaccio! (Canio, Atto I, Scena IV, n. 12a – Recitativo)”

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L’assedio

Questa riscrittura di Camilla Cattunar mira ad una rappresentazione concreta dell’interiorità di Petrarca attraverso l’impiego di personificazioni ispirate dal romanzo cavalleresco, facendo leva sul lessico bellico con cui l’autore caratterizza alcuni dei componimenti del suo Canzoniere, nell’ottica del corso di Letterature Comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

“Ci troviamo nel profondo del cuore di un autore cardine nella storia della letteratura, qui egli non è solo, abbiamo modo di conoscere ciò che lo caratterizza, i suoi valori e la sua debolezza più grande. Viviamo con lui il suo dissidio, non più solo interiore ma reale, per quanto una riscrittura che si spinge fino al cuore di un uomo possa esserlo.”

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