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❧ SEGNALE 7 “Paleoestetica” Michele Cometa

L’“ingenuità” del nostro spettatore non si fonda sul fatto che lo sguardo, il vedere sono fatti eminentemente bioculturali, in cui la fisiologia dell’occhi e i “modi di vedere” – per dirla con John Berger – contribuiscono a fondare i regimi scopici che articolano il fare-immagini. Ma anche, e soprattutto, sul fatto che ogni immagine (e ogni manufatto artistico), come ci ha insegnato la prospettiva fenomenologica, costruisce una proiezione del Sé, una metonimia del Sé, e non nel senso di una mera protesi. Attraverso l’immagine di il Sé si costituisce, si fonda in una relazione in cui l’alienazione è solo l’altra faccia della costruzione della soggettività.

M. Cometa, Paleoestetica. Milano: Raffeallo Cortina, 2024, p. 60

Michele Cometa insegna Storia della Cultura e Cultura visuale presso l’Università degli Studi di Palermo, è uno dei più autorevoli sostenitori in italia dei cultural studies, oltre che mediatore di molti classici della storia dell’Estetica. In questo volume segue una prassi già sperimentata altrove (come in Il «Trionfo della morte» di Palermo. Un’allegoria della modernità, Quodlibet 2017): a partire dall’analisi di un luogo d’arte specifico, la Grotta dell’Addaura nei pressi di Palermo, si allarga in ragionamenti sullo statuto delle immagini e della loro percezione. Attraverso un approccio multidisciplinare e sfaccettato Paleoestetica giunge a conclusioni rilevanti non solo nel campo della pittura primitiva, ma anche in quello assai più allargato del valore antropologico dell’arte.

Miti di fondazione – le riscritture dei classici

Cosa sono i miti di fondazione e perché ancora oggi è importante analizzarli e riscriverli? Un mito di fondazione riguarda la genesi di un sistema sociopolitico, è la prima forma di narrazione di un’entità organizzata che celebra con il mito l’aggregazione di persone in comunità. Un tema attuale da sempre e che per sempre resterà attuale. Celebrare questi sistemi significa celebrale la nostra umanità, il nostro bisogno di relazionarci con il prossimo per il raggiungimento dei nostri obiettivi, per la necessità di uno scambio culturale ed economico. Ricordare la fondazione della città di Torino o la leggendaria Atlantide, attualizzare ciò che per secoli ha destato meraviglia nei lettori, è un passo importante per legare nuovamente i singoli individui a quel senso di comunità spesso dimenticato; significa ricordare come ricordarono gli antichi che la fondazione di questi agglomerati sociali, di queste pseudo-città, e la loro possibile caduta, sia un evento degno di diventare mito e di essere ricordato e celebrato al pari degli dei. Dobbiamo nuovamente trovare questo senso di importanza nella comunità di cui tutti facciamo parte.

a cura di Matteo Bonino e della Redazione del Blog

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Call #2: Atlantidei Platonici

La redazione del blog degli studenti di Culture e Letterature Comparate di Torino è lieta di annunciare una nuova Call for Short Narrative and Poetry nell’ambito del progetto di UniTo “Miti di Fondazione”, questa volta legata al mito di Atlantide. 

La Call è aperta a scritture, riscritture e adattamenti del mito di Atlantide. I contributi selezionati saranno pubblicati sul Blog degli studenti di Culture e Letterature Comparate (culturecomparate.it) e verranno presentati nel corso di un evento-lettura presso l’Università di Torino organizzato dalla Redazione con la collaborazione della professoressa Lombardi e il dott. Mattia Cravero. 

Questa call offre la possibilità di utilizzare differenti fonti per la documentazione che rientrano in 3 sezioni differenti:

  1. Il testo del Crizia di Platone.
  2. Vari articoli scientifici.
  3. E la partecipazione all’evento “Atlantide, Atlantidi Dal mito platonico all’invenzione di mondi fantastici” tenuto il 20 e 21 Novembre presso Aula Magna del Liceo V. Gioberti via Sant’Ottavio 9.

Gli interessati troveranno i materiali sopra indicati qui allegato.

La scadenza per le consegne è prevista per il 1/12/2024

La Redazione del Blog si riserva la possibilità di selezionare fino a un massimo di 10 contributi tra racconti brevi, poesie, dialoghi e forme ibride.

Specifiche per i contenuti:

  • Racconti brevi, forme ibride (come prosa poetica); MAX. 4000 battute.
  • Dialoghi; MAX. 4 pagine di testo Word.
  • Poesie numero libero di versi; MAX. invio di 3 contributi, senza particolari limitazioni
    per un massimo di 4 pagine di testo Word.

Modalità di invio:
Gli elaborati in formato Word (.doc/.docx) e rinominati [CALL#2_nome_cognome_titolo] dovranno essere inviati contestualmente al file in formato Word e che si trova qui sotto in allegato con il nome ‘Delibera_Allegato B_Call Platone’ al seguente indirizzo mail: redazione.blogcomparate@gmail.com
All’interno dello stesso file vi chiediamo di specificare nuovamente il vostro nominativo, titolo e recapito mail.

Vi ringraziamo per la partecipazione! E attendiamo i vostri contribuiti. 

La Redazione. 

❧ SEGNALE 2 “Il tempo della festa” Furio Jesi

7. È probabilmente leggenda la partecipazione di Rimbaud ai combattimenti della Comune. Di quella rivolta – piú rivolta che rivoluzione – egli fu tuttavia un singolare protagonista, in vesti di profeta. Egli poteva essere solo il profeta di una rivolta, non di una rivoluzione. L’insurrezione che si articola nella effettiva simultaneità dei tre strati di significati del Bateau ivre, in ordine apparente di percezione, è fondata tatticamente sul sacrificio (mercificazione, esibizione), riscattato e reso necessario dal miraggio dell’esistenza di sovrani veggenti e soccorritori, “valorizzatori”, adulti ma adulti solo quanto alla loro potenza, “bons poètes”. L’apertura ai luoghi comuni è solo formalmente adesione alla falsa oggettività degli adulti, di coloro che esercitano il potere: di fatto essa si propone di essere accumulo di forze per la rivolta. Su codeste forze grava la crosta di peccato d’essere forze convalidate dagli adulti; ma l’esistenza di adulti da miraggio, sovrani veggenti, soccorritori contro gli altri adulti, le riscatta e le rende desiderabili, da accumulare in vista della rivolta.

Furio Jesi (1941-1980) è stato un intellettuale e poligrafo torinese. La sua ricerca parte dall’egittologia e in generale dall’archeologia per poi spostarsi – sotto l’influenza di Kerenyi – verso lo studio della mitologia, prima in senso antropologico e poi ricercando l’applicazione delle mitologie all’interno delle opere letterarie a lui contemporanee o di poco precedenti, con un sempre maggiore impegno politico. Proprio in questa veste appare nella raccolta di saggi qui presentata, per la cura di Andrea Cavalletti, professore di Storia della filosofia medievale presso l’Università di Verona.

Uno studente di letterature comparate può trovare in questi saggi un approccio transdisciplinare e marcatamente internazionale, applicabile a testi e a pratiche lontane tra loro nel tempo e nello spazio.

F. Jesi, A. Cavalletti (a cura di), Il tempo della festa, Milano, Nottetempo, 2023